"Giganteggia, in tutti i sensi, il Don Pasquale di Nicola Alaimo, per la presenza scenica calamitante oltre che per la forma vocale splendente. Nel suo canto e nel gesto scenico sempre motivato dalla musica, scrupolosamente attento e modellato sul senso della parola, si coglie la dimensione comica del personaggio più che quella umanamente malinconica, ma non per questo viene da pensare che la sua lettura sia incompleta; anzi, è sottilmente ironica, teneramente schietta e sincera, oltre che vocalmente sostenuta da una voce sana, ben proiettata e sorvegliata nel gusto. Nel duetto con Malatesta, quando i due scendono dalle passerelle laterali del palco per concluderlo in sala, Alaimo intesse un legame col pubblico, bacia le mani di alcune signore in prima fila e addirittura abbozza galantemente un giro di valzer improvvisato con Rita Catalano, elegante Signora che è presenza costante di ogni prima del Regio. Lo fa senza perdere per un secondo il controllo musicale della situazione e sigla, dopo lo scioglilingua dei lungi sillabati, la chiusura della pagina con una puntatura acuta che è una bomba di suono morbido e tonante. A conti fatti una prova che lo conferma cantante e artista di livello superiore."
(Alessandro Mormile, Connessi all'Opera)
"Nicola Alaimo ha raccolto l’eredità di tanti bassi buffi nel ruolo (e qui al Regio ricordiamo le numerose presenze nella parte di Enzo Dara) partendo non tanto da trovate particolari nella recitazione quanto piuttosto nell’eleganza del canto, nella naturalezza scenica e in un eloquio che puntava ad una ammirevole chiarezza espressiva. Il carattere del vecchio Don Pasquale è uscito così da tanti stereotipi giunti a noi dalla tradizione per ritrovare una propria credibilità."
(Lodovico Buscatti, OperaClick)
"Mattatore assoluto è Nicola Alaimo nei panni del protagonista. Perfettamente a suo agio nel personaggio il baritono siciliano non solo fornisce una prova vocalmente sontuosa ma si dimostra soprattutto incontenibile animale da palcoscenico. Sul piano vocale si resta colpiti dall’ampiezza della cavata e della robustezza del mezzo che gli permette di sfoggiare acuti impressionanti per volume e tenuta eseguiti senza alcun sentore di sforzo. I sillabati sono rapidissimi, precisi, senza alcune sbavatura nella miglior tradizione dei grandi buffi italiani. Sul piano scenico è d’irresistibile personalità, recita benissimo e interagisce con il pubblico facendolo partecipe della vicenda. Diverte e si diverte regalando a tutti un pomeriggio di autentica gioia musicale."
(Giordano Cavagnino, GbOpera)
"Il protagonista è un Nicola Alaimo in splendida forma sia vocale che scenica. Focalizza l’attenzione sul tema portante dell’opera, quella della vecchiaia burlata e vilipesa, che nella sua interpretazione assume connotati grandiosi e talora quasi epici. Conferisce, inoltre, eloquenza al suo personaggio attraverso un canto fluido che nella parola distinta e ben proiettata trova il punto di maggior forza."
(Alberto Bazzano, l'opera)