Marco Angius - Direttore - W
Carmina Burana
Teatro Comunale, Bologna
05/11/2024

“La direzione di Marco Angius nulla ha di teatrale, anzi è analitica fino alla spietatezza. Senza indulgere mai all’effettaccio, tentazione in cui, con un siffatto organico fra le mani, è facile (s)cadere. […] L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna ha assecondato magnificamente la lettura asciutta e severa di Angius, restituendo alla partitura il suo impressionante rigore ritmico, le sue taglienti sonorità, il suo incedere inquieto e intimamente novecentesco, senza il benché minimo compiacimento.”

(Pierfilippo Baraldi, GBOpera)

La Porta divisoria / Il Castello del duca Barbablù
Teatro Verdi, Trieste
16/06/2024

"La direzione di Marco Angius, per entrambi gli spettacoli, è sicura ed appropriata. L’orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi segue bene le indicazioni di questo Maestro, profondo conoscitore della musica contemporanea, capace di distillare le dissonanze, esaltare i suoni più aspri, giocare con una ritmica ardita ma anche, soprattutto in ‘Il Castello del duca Barbablù’, di momenti di intenso trasporto lirico."

(Gianluca Macovez, La Platea)


"Donde lo spiazzamento comprensibile dell’ascoltatore (come avverte lo stesso Giraldi) di fronte ad una musica che sembra figlia o sorella della scuola di Darmstadt e del quasi coetaneo Maderna, irta di atonali striature, di sonorità aguzze, sulle quali lo Sprechgesang muove i passi di un inquietante stupore. Il merito precipuo è nella affilata, analitica lucidezza della direzione di Marco Angius, nella prova mirabile dell’orchestra e di un palcoscenico scattante e bene assortito.
E mentre Angius estrae dal grandioso organico strumentale tensioni drammatiche e ricchezza di tinte e di incandescenze (ancora magnifica l’orchestra triestina)...Successo invero clamoroso."

(Gianni Gori, Rivista Musica)

Dido and Aeneas / I sette peccati capitali
Teatro Comunale, Bologna
17/03/2024

"Musicalmente, Angius è riuscito a trasformare Didone in un'opera contemporanea: non solo inserendovi schegge di registrazioni di Luigi Nono (I canti di Didone, su testi di Ungaretti, del 1958) e di Giacinto Scelsi (Okanagon), ma restituendo a questo titolo il senso di un'opera aperta a ogni possibile lettura. Ne è nata una concertazione volutamente anti-barocca, come fosse nata sulle ceneri della partitura, che infatti non è mai arrivata a noi nella sua versione originale."

(Luca Baccolini, la Repubblica



" Il Direttore Marco Angius, per ridare vita all’opera, ha deciso di guardare alla musica contemporanea e lavorare non tanto per colmare vuoti, ma per renderli interessanti momenti di reinterpretazione creando qualcosa di sperimentale. La scelta, felice a mio avviso, di Angius è stata quella di utilizzare nei “vuoti” dei Cori di Didone di Luigi Nono su testi del 1958 di Ungaretti e brani di Giacinto Scelsi creando continuità nella partitura poggiandosi a note di basso comuni tra partitura esistente e innesti o unendo immagini presenti nel libretto originale di Nahum Tate e quelle di Ungaretti. L’esito degli innesti, sottolineati da cambi di luci, movimenti di mimi e elementi scenografici, è piacevole e stimolante. Molto coinvolgenti i momenti percussivi metallici di Nono e il lavoro fonico delle voci che creano grande tensione scenica nel momento in cui Enea deve prendere gravi decisioni. Di enorme bellezza il Song di Belinda successivo all’overture in cui Mariam Battistelli incanta letteralmente l’uditorio."

(Simona Sagone, RadioCittàFujiko)


"(Dido and Aeneas) Óptima la dirección de Marco Angius, que ha sabido insertar sapientemente las composiciones de Nono y de Scelsi, poner de relieve el carácter de los personajes y subrayar el gran trabajo del coro. (Die Sieben Todsünden) Magnífica la interpretación de Marco Angius de la partitura con una orquesta más numerosa"

(Magda Ruggeri Marchetti, Codalario

Ecuba,
Teatro Olimpico, Vicenza
11/06/2023

“Ottima la realizzazione musicale, affidata alla bacchetta sicura e incisiva di Marco Angius, che, alla guida dell’Orchestra di Padova e del Veneto, ha conferito alla narrazione una elegante tornitura classica. Ben calibrati gli impasti timbrici e le accensioni dinamiche, soprattutto nelle pagine che vedevano coinvolti gli ottoni, così come puntuale è sempre stata l’attenzione al canto."

(Fabio Larovere, Forum opera)

Hanjo, Teatro Sociale, Trento
18/04/2023

“La realizzazione musicale è affidata all’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, ancora una volta sugli scudi per le qualità interpretative e tecniche al cospetto delle partiture contemporanee, guidata da uno specialista del repertorio del calibro di Marco Angius. La sua attenzione per i dettagli più minuti e allo stesso tempo per l’architettura nel suo complesso forgia un’esecuzione di notevole precisione e perizia, capace di sottolineare con abilità i passaggi più intensi e significativi.”

(Francesco Bertini, Connessi all'opera)

Concerto
Teatro dal Verme, Milano
23/02/2023

“Alla testa della formazione c’è lo sguardo penetrante di Marco Angius, che conferma la sua caratteristica capacità di produrre esecuzioni di altissimo livello e al contempo di saper trasmettere al pubblico delle pagine di musica con estrema chiarezza. Un esempio su tutti è proprio la Kammersymphonie, che raramente può essere udita – e soprattutto in Italia – animata da un pensiero tanto lucido da permettere di cogliere le intricate connessioni che attraversano l’opera di Schönberg, quasi si potesse vedere una matita tracciare un segno sulla partitura. Piacevole sorpresa il Concerto di Beethoven, che Angius dirige non solo correttamente ma anche con un gustoso piglio preromantico."

(Luca Fialdini, OperaClick)

Pelléas et Mélisande
Modena, Teatro Comunale Pavarotti-Freni
22/01/2023

“Splendida la direzione di Marco Angius, asciutta, incisiva, cristallina nell’evidenziare i vari temi, inserendoli però all’interno di un discorso sinfonico in continuo dialogo con il testo e la parola. La magia e l’atmosfera onirica createsi, grazie anche al non insignificante apporto registico, non sono mai soffocate, bensì amplificate dal dettato musicale, attraverso la scelta di agogiche argute ed equilibrate nella loro nitida chiarezza. Non meno affascinante la sfaccettata tensione espressiva della seconda parte, così ben sostenuta dalla direzione, a completamento di una cornice sonora di grande sostanza e profondità.”

(Simone Manfredini, Operaclick)

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