"Proprio per la sua dimensione morale realizzata in partitura attraverso una musica di crescente spiritualità che dalle atmosfere iniziali più “comiche” arriva ad un monumentale respiro sinfonico e corale, l’orchestra è protagonista assoluta e Stefano Montanari, al debutto operistico come nuovo direttore stabile dell’ottima Orchestra del Teatro, ha confermato tutte le sue qualità già messe in evidenza nel Barbiere di Siviglia, titolo inaugurale della scorsa stagione. Delle quattro Ouvertures composte da Beethoven nel lungo travaglio creativo Montanari ha scelto non quella “ufficiale” e meno interessante Leonore n. 4, utilizzata nella versione definitiva del 1814, ma quella più celebre, la Leonore n. 3, scritta per la ripresa del 1806 ed entrata stabilmente nel repertorio concertistico, ma per lungo tempo inserita su impulso di Mahler fra la prima e la seconda scena del secondo atto. E sin da queste prime battute è emersa la limpida concertazione del direttore, pronto a sottolineare in buon equilibrio con il palcoscenico sia la dimensione “mozartiana” e lieve della partitura, che pervade buona parte del primo atto, e sia l’architettura sonora di impronta più vitalistica ed “epica” del secondo atto."
(Eraldo Martucci, OperaClick)