“Sul versante musicale è impossibile esimersi dal colmare di lodi la direzione lucida, incisiva e teatralissima di Riccardo Bisatti, che coinvolge tanto più la musica si impossessa dalla narrazione commentandone i tratti con un suono limpido e intrecciato ai fatti con incedere cinematografico. Nel secondo atto, quando alla declamazione si unisce il clima di straniante tragicità del finale, con vaghi richiami, nell’Epilogo fantasma, al tango che fa il verso a una cornice musicale imbevuta di farsesco e amaro sberleffo, la bacchetta di Bisatti coinvolge e illumina tutti gli effetti speciali offerti dalla scrittura strumentale senza mai smarrire il ritmo della parola in funzione del messaggio teatrale."
(Alessandro Mormile, Connessi all'Opera)
“La composizione contemporanea non mette in difficoltà le doti musicali del direttore, che con preparazione e capacità si muove nella complessa trama musicale che vede più generi (a tratti swing, a tratti il tango, a tratti il musical) intersecarsi nello svolgersi della vicenda: la tenuta di palco e buca sono precise e pulite, il suono che traspare dall’Orchestra del Teatro Regio, ridotta in forma di orchestra da camera con l’aggiunta di percussioni (vedi batteria), fisarmonica e pianoforte, è brillante, accattivante, pungente e ironico."
(Leonardo Crosetti, Le Salon Musical)
“Determinante la demiurgica presenza sul podio di Riccardo Bisatti, ventitreenne direttore novarese. Formidabile per concentrazione e concertazione, nulla gli sfugge e tutto suona come deve suonare. Il gesto è bello, chiaro, risoluto e sicuro. La figura, che sempre emerge, ben visibile, dalla fossa virtuale, ha tutte le qualità che la rendono apprezzabile. Crediamo che a lui, congiuntamente al regista Paolo Vettori, si debba riconoscere il merito del successo dell’allestimento."
(Giorgio Audisio, GbOpera)