"Musicalmente, Angius è riuscito a trasformare Didone in un'opera contemporanea: non solo inserendovi schegge di registrazioni di Luigi Nono (I canti di Didone, su testi di Ungaretti, del 1958) e di Giacinto Scelsi (Okanagon), ma restituendo a questo titolo il senso di un'opera aperta a ogni possibile lettura. Ne è nata una concertazione volutamente anti-barocca, come fosse nata sulle ceneri della partitura, che infatti non è mai arrivata a noi nella sua versione originale."
(Luca Baccolini, la Repubblica
" Il Direttore Marco Angius, per ridare vita all’opera, ha deciso di guardare alla musica contemporanea e lavorare non tanto per colmare vuoti, ma per renderli interessanti momenti di reinterpretazione creando qualcosa di sperimentale. La scelta, felice a mio avviso, di Angius è stata quella di utilizzare nei “vuoti” dei Cori di Didone di Luigi Nono su testi del 1958 di Ungaretti e brani di Giacinto Scelsi creando continuità nella partitura poggiandosi a note di basso comuni tra partitura esistente e innesti o unendo immagini presenti nel libretto originale di Nahum Tate e quelle di Ungaretti. L’esito degli innesti, sottolineati da cambi di luci, movimenti di mimi e elementi scenografici, è piacevole e stimolante. Molto coinvolgenti i momenti percussivi metallici di Nono e il lavoro fonico delle voci che creano grande tensione scenica nel momento in cui Enea deve prendere gravi decisioni. Di enorme bellezza il Song di Belinda successivo all’overture in cui Mariam Battistelli incanta letteralmente l’uditorio."
(Simona Sagone, RadioCittàFujiko)
"(Dido and Aeneas) Óptima la dirección de Marco Angius, que ha sabido insertar sapientemente las composiciones de Nono y de Scelsi, poner de relieve el carácter de los personajes y subrayar el gran trabajo del coro. (Die Sieben Todsünden) Magnífica la interpretación de Marco Angius de la partitura con una orquesta más numerosa"
(Magda Ruggeri Marchetti, Codalario